EXCLUSIVE CONTEMPORARY ART

Exclusive

L’associazione eXclusive nasce a Teano (Caserta), città ricchissima di tesori archeologici e rinomata come il luogo del celebre incontro che sancì l’Unità d’Italia.

Mostre collettive e personali dedicate ad artisti internazionali (nomi noti ed emergenti), letture, incontri musicali e discussioni su tutto ciò concerne la cultura in genere sono i cardini fondamentali su cui si basa l’organizzazione.

La eXclusive coordina le collezioni d’arte contemporanea e design quali la “Collezione dell’Unità d’Italia” (nata nella Reggia di Caserta nel 2004), adesso esposta al Museo PAM, ubicato presso il Palazzo Ducale di Parete (CE) – Città della fragola.

E’ aperta ad artisti e creativi, nomi noti e nuove proposte, che segue ed espone in varie location.

Per richiedere informazioni: contattiexclusive@gmail.com

Direzione artistica: paoloferoce.arte@gmail.com

Esposizioni organizzate dall’Associazione eXclusive

2014 – Caserta (Galleria Arterrima): Hortus Manifestus – per il Festival della Vita.

2014 – Roccamonfina (CE) Museo MAGMA: Flogisto seconda edizione

2014 – Roccamonfina (CE) Museo MAGMA: Opera

2015 – Milano Expo delle nazioni (Villa Rescalli – Villoresi): United Facotires.

2015 – Sorrento (NA) Galleria Onda: Contact

2015 – Sorrento (NA) Galleria Onda: Spazio analitico

2015 – Sorrento (NA) Corso Italia: Vetrine d’autore

2016 – Busto Garolfo (MI) Galleria Indendent Artists: Presenze contemporanee

2016 – Teano (CE) inaugurazione spazi espositivi eXclusive

2016 – Teano (CE) spazi espositivi eXclusive: Ego.

2016 – Teano (CE) spazi espositivi eXclusive: Eikon

2016 – Teano (CE) spazi espositivi eXclusive: Proposte una collezione

2016 – Sorrento (NA) Inaugurazione Galleria SyART SPACE.

2016 – Sorrento (NA) Villa Fiorentino – Fondazione Sorrento: prima edizione Sorrento Young Art

2016 – Teano (CE) Museo del Risorgimento: EXPO Unità d’Italia

2017 – Teano (CE) Inaugurazione spazio ART_IMMAGIN

2018 – Teano (CE) Chiesa dell’Annunziata: OPEN

2018 – Riardo (CE) Thierry House: Visioni_Art meeting

2019 – Casagiove (CE) Quartiere militare borbonico: Domna

2021 – Teano (CE) Inaugurazione Exclusive House Gallery

2021 – Teano (CE) eXclusive House Gallery – Proposte per una collezione

2022 – Casagiove (CE) Quartiere militare borbonico: Domna seconda edizione

2022 – Roccamonfina (CE) In varie aree: Visioni art meeting _ summer 2022

Brevi cenni storici su Teano dalle origini alla fase pre-Unità d’Italia.

Una storia straordinariamente e sorprendentemente ricca di fascino, che parte da lontano, è quella di Teano: il suo territorio, che sorge sulle pendici meridionali del vulcano di Roccamonfina (antico Mons Mefineus) dominante l’area centrale della Campania settentrionale interna, era frequentato fin dall’epoca protostorica e, a tal proposito, lo storico Carlo Sigonio ci informa che trasse la sua origine ancor prima della guerra di Troia (datata tradizionalmente dagli studiosi nel 1184 a.C.). Per quanto riguarda la popolazione che vi s’insediò, cioè i Sidicini, le fonti letterarie e aneddotiche mostrano varie notizie su di essi. Il poeta latino Virgilio presenta i Sidicini tra gli Italici che si apprestano a combattere a fianco di Turno contro Enea (Eneide, VII, 727-728), tramite la menzione dei Sidicina aequora, i fertili campi su cui il grano maturo vi ondeggia con un movimento simile a quello del mare. Vicino ad essi scorre il fiume Savone, il piger Savo che il poeta Stazio ricorda per le sue rive su cui si collocano i principali abitati e i luoghi di culto dei Sidicini. Ma ancor di maggior rilievo è la citazione che il celebre geografo Strabone fa nel V libro della sua Geografia (Teanum enim quod Sidicinum vocant ex imposito vocabulo, Sidicinorum esse monstratur qui quindam ex Oscorum Campana gente restant), dove si parla dei Sidicini, come “Oschi, popolo estinto dei Campani”, e di Teanum Sidicinum come centro autonomo e prospero posto in posizione strategica su antichissimi itinerari e, in età romana, sulla la via Appia e la via Latina tra Suessa Aurunca e Cales (come si sostiene anche in Geografia V, 4, 10-11). Questa situazione si evince chiaramente a partire dalla metà del V secolo a.C., ma ancor di più nel corso del IV secolo a.C., quando avvenne un ampliamento dell’antico nucleo abitato, corrispondente all’attuale centro storico, sul pianoro detto de “La Trinità (o Ternità)” e l’installazione delle necropoli e dei santuari ai suoi confini meridionali e occidentali (necropoli di località Gradavola, località Torricelle – Masseria Soppegna, Masseria Campofaio, località Orto Ceraso, Bagnonuovo, S. Amasio, Monte S. Giulianeta; santuari di fondo Ruozzo e di localita’ Loreto in onore di Iuno Popluna). Lo storico Tito Livio rammenta la prima guerra sannitica (343-341 a.C.), a conclusione della quale Teano fu riconosciuta quale possesso dei Sanniti, mentre Roma disponeva della Campania; ma non solo, egli ci racconta anche della guerra latina, che vide i Sidicini perdenti nel 338- 337 a. C., e la seconda guerra punica (218-202 a.C.), quando furono alleati dei Romani. Dopo aver acquisito lo status di municipium e una propria monetazione, Teanum Sidicinum fu elevata a Colonia Classica Firma sotto l’imperatore Augusto. Quest’ultimo provvide al rinnovamento della decorazione e all’aggiunta di statue in marmo pentelico, dedicate a divinità del pantheon greco-romano, all’interno del complesso architettonico porticus-teatro-tempio, collocato nella vicinanza della località detta San Pietro a Fuoco in Teano: realizzato nella prima metà del II sec. a.C. e nato inizialmente come centro preposto al culto del dio Apollo, esso è il più antico edificio da spettacolo interamente costruito su volte. In seguito, tra la fine del II sec. e l’inizio del III sec. d.C. fu oggetto di vari rifacimenti prima per impulso di Settimio Severo e poi per volontà di Gordiano III. Inoltre, contemporaneamente la città assunse un aspetto grandioso con terrazzamenti e scenografiche soluzioni urbanistiche, arricchendosi di un circo, di un anfiteatro, di un Foro, di templi e strutture termali. Testimonianze significative di Teanum Sidicinum, per quanto concerne tutto il periodo che va dalla preistoria fino alla tarda antichità (VI-VII sec. d.C.), sono state rinvenute grazie alle intense campagne di scavo compiute nel corso del XX secolo (importanti quelle che hanno impegnato insigni esponenti dell’archeologia quali W. Johannowsky, G. Gasperetti, E. Gabrici, A. Maiuri, V. Spinazzola, M. Della Corte, L. Woolley, F. Zevi, S. De Caro) e sono conservate dal 2001 presso il Museo di Teanum Sidicinum, situato nell’edificio tardogotico noto come Loggione o Cavallerizza, costruito alla fine del XIV sec. sul limite dell’arce antica. Poi, tra il 330 e il 555 Teano divenne sede episcopale, poi soppressa fino all’860. Nel 596 la città venne conquistata dai Longobardi guidati dal duca Arechi I, che la trasformò in una contea longobarda a carattere militare, in quanto doveva fungere da guardia del confine. In questo periodo essa fu governata da un gastaldo, dipendente da Capua (Landenolfo, il nipote Ajenardo, Adelgisi e Maginolfo si succedettero nella carica per tutto il IX secolo), dopodichè, nel 981, divenne una contea indipendente capeggiata da Landolgo e Gisulfo, figli di Pandenolfo. Nel IX sec. vi erano tre monasteri benedettini, di cui uno ospitò temporaneamente, per circa trent’anni, i monaci dell’abbazia di Montecassino a seguito della distruzione della loro sede da parte dei Saraceni nel 883. In quest’epoca si attesta anche la presenza a Teano del monaco benedettino Erchemperto, autore della Historia Langobardorum Beneventanorum. Inoltre, nella curia comitale di Teano furono redatti due dei quattro Placiti cassinesi, ossia il “Placito di Teano” del 963 e il “Memoratorio”, primi attestati della scrittura in lingua volgare tuttora custoditi nell’archivio storico dell’abbazia di Montecassino. Poi, nel 1220 l’imperatore Federico II rese demaniali la città di Sessa Aurunca, Teano e Mondragone. Dopo che l’esercito papale s’impadronì di Teano, Calvi e di tutte le “terre di Pandolfo”, nel 1229 l’imperatore riconquistò la città (da questi accadimenti, secondo lo storico Claudio Cipriano, prenderà forma l’iconografia dello stemma araldico di Teano, costituito da un castello torricellato e da un aquila inseriti in uno scudo ovale). Successivamente Teano divenne feudo di grandi famiglie (Marzano, Carafa, Borgia, Caetani). Per quanto concerne l’architettura, numerose sono le chiese e i conventi edificati, alcuni dei quali ancor oggi esistenti: dalla chiesa di S. Paride ad Fontem, eretta nel IV-V sec., ospitante la tomba dell’attuale patrono cittadino omonimo (che, secondo una leggenda agiografica, avrebbe debellato nel IV sec. il culto idolatrico praticato dai Sidicini), e dalla chiesa di S. Pietro in Aquariis di origine paleocristiana, si passa alla nuova cattedrale, i cui lavori furono iniziati, nell’area dove fu abbattuto il precedente tempio di Iside, per volere del vescovo Guglielmo nel 1050 e furono completati nel 1116 ad opera del vescovo Pandulfo. In seguito, quest’ultima fu distrutta da bombardamenti alleati il 6 ottobre 1943 e fu ricostruita in stile neoromanico, attribuendo una funzione fondamentale al prezioso crocifisso su tavola di Roberto Oderisi, pittore napoletano della II metà del ‘300. Al IX sec. risalgono la chiesa di S. Benedetto, il monastero di S. Reparata, quelle di S. Maria de Intus e S. Maria de Foris. Invece, il convento del santuario di S. Antonio fu fondato nel 1427 e il monastero di S. Caterina nel 1554 da Clarice Orsini, principessa di Teano. Di datazione più incerta sono le chiese di S. Francesco, l’ex chiesa dell’Annunziata, la chiesa di S. Antonio Abate e quelle di S. Maria La Nova, S. Maria Celestina e della Madonna delle Grazie.

L’Unità d’Italia.

La fama della città sidicina è legata in particolar modo all’incontro avvenuto in loco il 26 ottobre 1860 tra il re Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, un evento dall’elevata portata storico-simbolica che ha sancito definitivamente l’Unità dello stato italiano, supremo anello di congiunzione tra Nord e Sud, di due eserciti e di due regni, ma soprattutto confronto dialettico di due caratteri culturali e socio-economici. Secondo lo storico teanese del ‘900 Fabrizio Zarone, basta “ricordare la parte importante sostenuta dagli autonomi Sidicini contro i Sanniti e i Romani, riportarci, cioè, ad altri tempi lontani e gloriosi della storia di Teano, valutar l’importanza strategica della città in guerre che interessavano l’Italia divisa, per poter comprendere le ragioni (tattiche e strategiche) dell’intervento delle truppe nazionali in questo territorio collinoso e boscoso, che era a guardia del valico del Massico, attraverso il quale i Borbonici erano costretti a passare nella ritirata”. Nonostante non vi sia alcuna registrazione ufficiale sulle modalità in cui si svolse lo Storico Incontro, la centralità del ruolo che Teano ha avuto in esso è corroborata non solo dalla tradizione orale, ma anche e soprattutto da varie fonti scritte, come l’opera “Come fu fatta l’Italia” dell’ex deputato inglese The O’Clery o “L’assedio di Gaeta e gli avvenimenti del 1860-1861 nell’Italia Meridionale” del Colonello Cesari del 1926. In quest’ultimo documento si afferma con precisione che l’incontro si sarebbe verificato presso il ponticello di S. Cataldo a 200 m dalla chiesa di Borgonuovo, quindi in pieno territorio teanese. A memoria di tale evento è stato ubicato in Piazza Unità d’Italia a Teano un monumento equestre, realizzato nel 1996 dal maestro Rino Feroce (di cui si parlerà più ampiamente in seguito), ma vi sono anche altre opere e iscrizioni lapidee presenti non solo in città, ma anche in varie località italiane. Altra vicenda storica che riguarda il territorio di Teano è la battaglia di San Giuliano svoltasi sempre il 26 ottobre 1860 tra i piemontesi e i Mille; quest’ultimi giunsero sulle alture di San Giuliano e forzarono il valico del Massico ottenendo via libera per Gaeta (tale episodio è ricordato da una lapide marmorea allocata in una via intitolata ad Alberto Pietro, bersagliere garibaldini che ha perso eroicamente la vita in tale scontro).

Bibliografia.

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