EXCLUSIVE CONTEMPORARY ART

Bruno Munari

DANESE | Bruno Munari | Opera in collezione – FALKLAND
lampada da sospensione in tessuto di filanca – 1964

La lampada da soffitto Falkland è stata disegnata da Bruno Munari nel 1964 per Danese, pensata in origine usando una maglia elastica tubolare, prodotta in un calzificio, che prende forma mediante l’inserimento di alcuni anelli metallici di diverso diametro.
La storia della nascita di questo oggetto è sintomatica della genialità progettuale di Munari: coinvolgere una ditta che fabbricava calze da donna nella realizzazione di una delle lampade più conosciute del design italiano.
Lo stesso Munari raccontò: “Un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada. Noi non facciamo lampade, mi risposero. E io: vedrete che le farete”.
La lampada Falkland definita “forma spontanea” assume il suo aspetto quando viene sospesa, per effetto della gravità. Alta più di un metro e sessanta quando sospesa, con un diametro di quaranta, si compatta nella sua confezione alta pochi centimetri. Designer, artista ed educatore, attento e curioso osservatore, Munari si distingue nel mondo del design per la semplicità e la linearità dei suoi oggetti e per la logica essenzialità strutturale.
Il design per Munari è progetto nel senso globale, che può applicarsi alle cose più piccole come a quelle più grandi, anche se il fine è sempre una ricerca di strutture essenziali, di una estrema semplicità formale. Così le sue lampade, progettate nei primi anni Sessanta, sono costituite da una struttura interna portante e da una parte esterna che regola il tipo di illuminazione.
La relazione tra le due parti determina la forma, il basso costo, la facilità di montaggio e, potendosi appiattire, la praticità di stoccaggio e spedizione: Falkland è l’esempio più famoso di questo tipo di lampade.

BRUNO MUNARI
Bruno Munari – Designer, scultore e scrittore italiano (Milano 1907 – ivi 1998).
Considerato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del 20° secolo, ha mantenuto inalterata la sua estrosa creatività a sostegno dell’indagine costruttiva della forma attraverso sperimentazioni visive e tattili e, insieme, la sua grande capacità di comunicarla attraverso parole, oggetti, giocattoli. Inizialmente vicino al futurismo, se ne allontanò poi gradualmente dedicando la sua ricerca all’approfondimento di forme e colori e all’autonomia estetica degli oggetti. Tra le realizzazioni più emblematiche le «macchine inutili» (dal 1933), congegni meccanici presentati come modelli sperimentali che indagano sulle possibilità percettive, che fecero di M. un precursore dell’optical art.